ARTE ESISTENZIALE
Fin dall’adolescenza, ho iniziato a pormi domande sulla mia vita, sulla mia identità e a riflettere su come i condizionamenti impedissero alla mia personalità di sbocciare, anzi, ancor più alla radice riflettevo su come non avessi quasi alcuna idea su chi ero a causa dei pesanti condizionamenti che sentivo su di me.
Questi interrogativi mi ponevano sempre al centro dei miei pensieri e mi portarono, verso i trent’anni, alla scoperta di Jung. La lettura dei suoi testi costituì una tappa importante, direi quasi fondamentale per me, non solo perché mi aiutava a chiarire, almeno a livello intellettuale, il processo di individuazione, ma anche perché mi apriva al vasto mondo dei simboli, alla visione olistica che tutto comprende e che collega ogni cosa e ogni essere, alla sincronicità.
Quello che nella mia ricerca e produzione artistica avveniva per necessità quasi inconsce, seppure con intenti di autocomprensione, ora acquisiva una chiarezza maggiore di percorso.
Il materiale onirico, le immagini diventavano un magma fertile, dalla potente capacità di fecondare il terreno dell’arte.
In modo più consapevole, da allora tutta la mia produzione artistica è stata una sorta di rituale per cercare di ricostituire un equilibrio, un nesso, un legame tra me il mondo, l’universo, un equilibrio insomma personale e totale.